
Dalla nascita nel 2001, il Settorato Anatomico, ora Centro di Riferimento per la conservazione e preservazione dei corpi dei defunti, individua, in questo motto la sua Mission:
Vediamo solo quello che conosciamo (Goethe, Introduzione Rivista d’arte “Propyläen”, 1798)
Gli afferenti al Centro, come appartenenti alla Faculty sotto riportata nel dettaglio, hanno fatta loro questa frase in quanto sono convinti che la conoscenza topografica delle strutture anatomiche sia indispensabile per prevedere e curare le relative complicazioni.
Con questi presupposti, il Centro ha come prerequisiti:
- fornire agli studenti dei Corsi di Studio in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, i primi approcci all’Anatomia Settoria su “specimens” fissati considerando i distretti corporei più utili e consoni alla loro professione futura;
- effettuare Corsi in collaborazione con numerosi Esperti in differenti Settori chirurgici/clinici, al fine di verificare le tecniche chirurgiche e, non solo, direttamente sugli “specimens non fissati” con gli strumenti ed i materiali resi disponibili durante gli stessi Corsi. I discenti avevano ed avranno la possibilità di verificare le loro conoscenze anatomiche e di essere operativi in prima persona, mediante la dissezione per piani con la supervisione del gruppo degli Anatomici coinvolti e dei Colleghi Esperti, Coordinatori dei Corsi di formazione.
Faculty
Al Centro di Riferimento per la conservazione e preservazione dei corpi dei defunti afferiscono le seguenti figure professionali (Sezione di Anatomia e Fisiopatologia del Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentale – Università degli Studi di Brescia) come da verbale dell’Attività Ispettiva ex art. 2 Decreto Ministeriale Sottosegretario di Stato alla salute On. Sileri del 23.08.2021.
Referente scientifico: Prof. Ordinario del Settore BIOS-12/A: Rita Rezzani;
Referente per le attività tecnico amministrative: Funzionario tecnico: Stefania Castrezzati;
Luigi Fabrizio Rodella

L’Università degli Studi di Brescia è in lutto per la scomparsa del Prof. Luigi Fabrizio Rodella. È mancato il 21 settembre scorso lasciando un vuoto in tutta la comunità universitaria. Laureato in Scienze Biologiche ed in Medicina e Chirurgia, con Specializzazione in Patologia Generale era Presidente del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia, compito oneroso cui si è dedicato con passione fino all’ultimo. Di questo gli sono particolarmente grato, perché si dedicava con passione, pur nella sofferenza, ad un compito di grande rilievo per la nostra Università e per il futuro della formazione medica nel nostro Paese. Il Professor Rodella ha iniziato la sua carriera presso l’Università degli Studi di Pavia e la sua attività scientifica come tirocinante presso l’Istituto di Anatomia Comparata della stessa Università, dove ha appreso le tradizionali tecniche dell’indagine morfologica ed acquisito una specifica competenza anatomica. Già in quel lontano 1984 aveva dimostrato di essere un giovane forte e deciso alla ricerca di una verità che lo ha portato ad accettare con coscienza e lucidità tutte le vicende della vita. Questa sua sete di sapere, il suo spirito creativo ed il profondo interesse per la storia lo avevano subito indotto a frequentare con assiduità i laboratori ed il Museo di Storia Naturale dello stesso Istituto. La sua passione per l’anatomia è, quindi, nata proprio tra quelle mura ed è proseguita e terminata prematuramente presso l’Università degli Studi di Brescia alla quale ha dato i sui anni, giorni e notti migliori. Convinto che le conoscenze scientifiche siano la base per un futuro migliore e che anche il settore scientifico a cui apparteneva poteva essere l’emblema di questo, lascia un’eredità di grandissimo valore alla comunità scientifica ed istituzionale. Ha insegnato che tutti sono capaci con forza e dedizione di raggiungere grandi obiettivi e posizioni eccellenti, per poter fare qualcosa di grande per gli altri. Lascia un vuoto intriso dei suoi sorrisi, di cui non ha mai privato nessuno. Le sue capacità umane e scientifiche, innate ed acquisite, lo hanno reso un grande Maestro, che la nostra comunità additerà alle future generazioni.